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l'edificio scolastico realizzato al posto del monastero e della chiesa di S. Rocco su progetto dell'ing. Giacometti (1872)
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facciata delle scuole su via Libertà: si nota ancora il portale aperto su progetto dell'arch. F. Liuzzo (1888)
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l'edificio scolastico durante le demolizioni operate negli anni '30 dello scorso secolo, dopo i dissesti del 1910 (ph. da «Il Centro Storico»)
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l'edificio scolastico durante le demolizioni operate negli anni '30 dello scorso secolo, dopo i dissesti del 1910 (Arch. St. Com.)
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protiride antropomorfa del portale progettato da F. Liuzzo nel 1888, realizzato dai lapicidi Smriglio e Macina, oggi presso il museo civico.
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progetto di F. Liuzzo (1888) per il portale delle scuole su via Libertà (Arch. St. Com.)
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dipinto sulla volta di un palazzo privato che ritrae di scorcio il monastero e la facciata della chiesa di S. Rocco demolita dopo il 1860
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Il cortile interno del monastero, prima della demolizione (coll. L. Bartolotta)
Il Monastero delle Benedettine e le Scuole pubbliche
La fondazione del Monastero risale al XIV secolo, presso la sede originaria che, dal 1568, diveniva Convento dei Cappuccini. Intanto, le benedettine si trasferivano in città, occupando l’intero isolato che col tempo avrebbe avuto ad un’estremità la chiesa di S. Sebastiano e all’altra quella di S. Rocco. Quest’ultima era una ricchissima cappella monastica con altari in tarsia marmorea, stucchi e argenti. Delimitava uno dei quattro lati di Piazza Vittorio Veneto e finiva per crollare nel 1868 a causa delle infiltrazioni d’acqua e dei lavori di livellamento della stessa piazza, che andavano a sbrecciare il muro su cui la chiesa poggiava. I suoi arredi venivano in parte dispersi o distribuiti nelle altre chiese del centro, grazie all’abilità dell’ultima badessa, Scolastica Di Salvo.
Il monastero aveva un ‘baglio’ con cinque alberi e quattro pozzi d’acqua. Tutt’attorno si organizzavano magazzini di vino, frumento e olio, un parlatorio, tre dormitori con 36 celle, 2 cucine e servizi annessi, il refettorio, la sagrestia ed un piccolo campanile con 2 campane.
Alcuni di questi locali sarebbero stati occupati dalla Società Operaia, fondata nel 1863, che v’insediava una scuola per operai adulti. Dopo la confisca del 1866, il consiglio comunale destinava parte dell’edificio a Ufficio del Registro, Ufficio Postale, Biblioteca pubblica (1875), scuole elementari femminili e asilo infantile, su progetto di Silvestre Marciante (1867).
Nel 1872 si approvava il progetto dell’ing. Giacometti per trasformare globalmente il monastero in scuole, ma le ultime monache si trinceravano al suo interno, arrivando a convivere, ancora nel 1884, con un intero reggimento dell’esercito. Subito dopo, le benedettine lasciavano definitivamente i locali e si avviavano i lavori del nuovo plesso scolastico. Giacometti, nel sito della chiesa diroccata, concepiva un edificio porticato con bella facciata neo romanica. Nel 1888, per separare le scuole elementari dal ginnasio, veniva aperto un ulteriore accesso in Via Libertà su progetto dell’arch. F. Liuzzo. Dal 1910, vistosi cedimenti dell’ala eretta sull’area della ex chiesa ne determinavano lo sgombero, fino alla demolizione e ricostruzione, eseguita all’inizio degli anni ’30 su progetto dell’ing. Trifiletti. Il nuovo edificio scolastico veniva inaugurato il 3 luglio 1934 e intitolato alla Principessa di Piemonte. (A. Pettineo)
Benedictine monastery and public schools
The monastery was founded in the XIV century, at the original site that, in 1568, became Capuchin convent. Meanwhile, the Benedictine nuns moved to town and occupied the entire block that in time would have at one end the church of S. Sebastiano and at the other that of S. Rocco. The latter was a rich monastic chapel with altars in inlay marble, stuccos and silvers. It bordered one of the four sides of piazza Vittorio Veneto and ended up collapsing in 1868 because of water infiltrations and the leveling works of the same square that opened breach in the wall, on which the church rested. Its furnishings were partly lost or distributed in other churches of the town, thanks to the talent of the last abbess, Scolastica Di Salvo.
The monastery had a “baglio” with five trees and four water wells. All around there were warehouses for wine, wheat, and oil, a parlor, three dormitories with 36 cells, two kitchens and related facilities, the refectory, the sacristy and a small bell tower with two bells.
Some of these premises would be occupied by the Workers’ Association, founded in 1863, which placed here a school for grown-up workers. After the confiscation in 1866, the town council used part of the building as Registry Office, Post Office, Public Library (1875), primary schools for girls and kindergarten, designed by Silvestre Marciante (1867).
In 1872 the project of the engineer Giacometti was approved to convert completely the monastery into schools, but the last nuns entrenched themselves inside and ended up living with a whole regiment of the army until 1884. Soon after, they left definitely the edifice and the works for the new school complex began. Giacometti, in the site of the ruined church, conceived a porched building with a beautiful Romanesque façade. In 1888, the architect F. Liuzzo opened another access on via Libertà in order to separate the primary schools from the middle school. In 1910, evident structural failures of the wing built on the site of the former church compelled to evacuate the structure, and the building was demolished and reconstructed at the beginning of the thirties according to the project of the engineer Trifiletti. The new school building was inaugurated on July 3, 1934, and dedicated to the Princess of Piedmont.