Convento dei Cappuccini
L’insediamento dei frati risalirebbe al 1568, quando l’antico cenobio delle benedettine, situato in aperta campagna, si rendeva disponibile poiché le monache si trasferivano all’interno della città, così come disponeva il Concilio di Trento. La struttura veniva trasformata ed ampliata a più riprese (1604, 1656, 1687) fino a definire un impianto con refettorio, cucina, dormitori, biblioteca e infermeria, organizzati attorno ad un chiostro che, a sua volta, restava definito su uno dei quattro lati dalla chiesa oblunga. I forti legami tra i Cappuccini e la comunità si allentavano nel corso del sec. XIX, fino a trasformarsi in astio per una serie di cause patrimoniali: nel gennaio 1866 il convento veniva occupato ed incendiato mentre il nuovo Regno d’Italia, dopo qualche mese, lo confiscava per cederlo al Comune. Questo, già nel 1870 vi localizzava il carcere, concentrando in un’unica struttura i reclusori del Palo (Centimolo) e quelli situati al seminterrato dell’ospedale vecchio. Nel 1877 si pensava di utilizzare i piani superiori come orfanotrofio, ma si desisteva per situarvi una caserma militare a partire dal 1881. Tali destinazioni d’uso, nella seconda metà del ‘900, finivano per auspicare l’edificazione del nuovo Palazzo di Giustizia nelle aree dell’antico complesso conventuale. (A. Pettineo)