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Palazzo Salamone

Palazzo Salamone

Rappresenta la più importante impresa edilizia privata della seconda metà del sec. XIX e fu direttamente promossa da Vincenzo Salamone, protagonista della vita politica e sociale del centro al tempo della belle époque. Egli, ancora giovane ma già organico ai poteri pubblici ed economici di Mistretta, nel 1885 otteneva una licenza edilizia che gli consentiva addirittura di chiudere una stradina pubblica per elevare la sua maestosa dimora, non a scapito della chiesetta dell’Addolorata, come si è creduto a lungo, poiché essa si trovava nell’area dell’attuale villa Garibaldi.

Tuttavia, l’edificio è stato realizzato su corpi di fabbrica preesistenti che trovano il loro compimento unitario nella facciata di Via Libertà. Il fronte principale sviluppa un vigoroso plasticismo ottenuto con un bugnato liscio che nel primo ordine è lapideo, mentre in quelli superiori è realizzato con intonaco e stucco, adoperando un accorgimento chiaroscurale che infittisce i ricorsi orizzontali verso l’ultimo piano, dove si trovano cinque balconi monumentali con altrettante edicole ispirate all’eclettismo e alle prime tendenze moderniste.

L’assetto funzionale del fabbricato vede l’inusitata collocazione del piano nobile all’ultimo livello per la necessaria intenzione di rivaleggiare col dirimpettaio palazzo Russo, circostanza avvalorata anche dalla volontà di contrapporre ai cinque mezzi busti d’imperatori romani, altrettante prosopopee di filosofi greci, nell’eterna dialettica tra la forza e la ragione.

Dentro il vestibolo, due coppie di colonne tuscaniche introducono alle rispettive ali del palazzo e inquadrano prospetticamente una grande finestrone dal quale la luce si riverbera sui bugnati lisci delle pareti. Il grande portale reca nel suo concio di chiave il volto allegorico della “Prosperità” che si auspicava anche attraverso i nuovi ordinamenti del giovane Regno italiano. (A. Pettineo) 

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Salamone Palace

It is the most important private building undertaking of the second half of the XIX century, promoted by Vincenzo Salamone, protagonist of the political and economic life of Mistretta during the Belle Époque. In 1885, still young but already involved in public and economic powers, he obtained a building permit that allowed him even to close a public street in order to erect his grandiose mansion. However, not at the expense of the church of the Addolorata, as it was long believed, which was instead located in the area of the current Villa Garibaldi.

However, the edifice was built on existing buildings that find their unity in the façade overlooking via Libertà. The main front is characterized by a strong plasticism given by a smooth ashlar work, which is made of stone in the first order, while in the upper orders is made of plaster and stucco using a chiaroscuro technique that intensifies the horizontal elements towards the last floor, where there are five monumental balconies with as many niches, inspired to Eclecticism and early modernist trends.

The main floor is uncommonly placed on the last level because the intention was to compete with the Russo Palace across the street. The fact is also confirmed by the desire to counterpoise to the five busts of Roman emperors just as many Greek philosophers, in the everlasting dialectic between strength and reason.

Inside the vestibule, two pairs of Tuscan columns open to the respective wings of the palace, and frame a large window from which light enters and is reflected on the smooth ashlar work of the walls.

In its keystone, the large portal has the allegoric face of “Prosperity”, hoped for also by the new rules of the young Italian kingdom.

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