Giuseppe Cocchiara (Mistretta 1904 - † Palermo 1965)
Nasce a Mistretta da famiglia benestante e aperta agli influssi culturali del tempo. Il padre, già avvocato molto apprezzato, lo avvia agli studi di giurisprudenza che il giovane Cocchiara frequenta conseguendo la laurea. Ma la contemporanea assiduità col filologo Antonino Pagliaro (suo concittadino), la conoscenza delle radicate tradizioni di Mistretta, la lettura della poesia dialettale e l’ascolto dei canti popolari finiscono per instradarlo ad una collaborazione col Museo Etnografico di Palermo, fondato da Giuseppe Pitré, quindi, a conseguire diversi successi nell’ambito della demo-etno-antropologia. Sicché, lo stesso padre, intuendo le potenzialità del figlio, lo sostiene durante il suo soggiorno di studio in Inghilterra, dove segue i corsi tenuti da B. Malinowski e R.R. Marett presso l'università di Londra e di Oxford e dove riesce a dare un proprio contributo metodologico alla rinomata Folklore Society. Al suo rientro in Sicilia, nel 1934, riceve l'incarico di riordinare proprio il Museo Etnografico di Palermo, fino ad assumerne la direzione. Durante l’ultimo periodo del ventennio fascista, alcune sue scelte, purtroppo, lo vedono assimilato alle direttive e alle leggi del regime. Tuttavia, già nel 1944, per la sua indiscussa statura d’intellettuale gli si attribuiscono le cattedre universitarie di Storia delle Tradizioni Popolari e di Antropologia Sociale.
Collabora con Cesare Pavese ed Ernesto De Martino alla realizzazione della "Collana Viola" per Einaudi, proseguendo la sua strenua attività di ricercatore e pubblicista che lo porta ad essere giustamente considerato come ideale successore di Pitré. Tra i suoi scritti si annoverano veri capisaldi della disciplina come: Il mito del buon selvaggio (1948); Storia del folklore in Europa (1952); Il paese di Cuccagna e altri studi di folklore (1956); L'eterno selvaggio. Presenza e influsso del mondo primitivo nella cultura moderna (1961); Il mondo alla rovescia (1963) e Le origini della poesia popolare, pubblicato postumo nel 1966. A Mistretta, nel 2007, gli è stato intitolato il Museo Regionale delle tradizioni Silvo-pastorali.
Giuseppe Cocchiara (Mistretta 1904 - Palermo 1965)
Giuseppe Cocchiara was born in Mistretta in 1904. He belonged to an affluent family open to the cultural influences of the time. His father, an appreciated lawyer, directed him towards the law studies. He graduated, but the regular attendance with the philologist Antonino Pagliaro (his fellow citizen), his knowledge of deeply-rooted traditions of Mistretta, the reading of dialect poetry and listening to folk songs led him to collaborate with the Ethnographic Museum of Palermo, founded by Giuseppe Pitrè, and achieve several successes in the demo-ethno-anthropology. Therefore, his father, realizing the son’s potential, supported him during his studies in England where he attended the courses by B. Malinowski and R.R. Marett at the university of London and Oxford, and where he succeeded in giving his methodological contribution to the well-known Folklore Society. In 1934, when he got back to Sicily, he was commissioned to rearrange the Ethnographic Museum of Palermo, eventually becoming its director. In the last part of the fascist period, unfortunately some of his choices were considered very close to the laws and rules of the regime. However, already in 1944, for his undisputed intellectual stature, the university chairs of Popular Traditions and Social Anthropology were bestowed on him.
He collaborated with Cesare Pavese and Ernesto De Martino to the Einaudi series “Viola” and continued his tireless activity as a researcher and writer that led him to be justly considered as the ideal heir of Pitrè. Among his books, there are real cornerstones of the discipline, such as Il mito del buon selvaggio (1948); Storia del folklore in Europa (1952); Il paese di Cuccagna e altri studi di folklore (1956); L’eterno selvaggio. Presenza e influsso del mondo primitivo nella cultura moderna (1961); Il mondo alla rovescia (1963), and Le origini della poesia popolare, published posthumously in 1966. In 2007, the Regional Museum of Agricultural Pastoral Traditions of Mistretta was named after him.